Tra le aziende agricole che non si sono mai fermate durante l’emergenza, nonostante si trovassero nelle zone più rischiose, c’è anche l’Op La Maggiolina di Martinengo, in provincia di Bergamo.
L’organizzazione raggruppa 14 aziende agricole che producono tutte la stessa tipologia di prodotto, le insalatine da taglio, le cosiddette baby leaf, destinate alla prima gamma ovvero prodotto confezionato non lavato.
“L’80% della nostra prima gamma è venduto all’estero, principalmente in Germania, Danimarca e qualcosa anche in Svizzera, Austria e Olanda – spiega Marzia Bellina, amministratore dell’azienda – Del prodotto che produciamo, una parte viene confezionata dalla nostra Op, una parte viene commercializzata come prodotto sfuso per essere prevalentemente trasformato in prodotto di quarta gamma, uno dei maggiori nostri clienti in questo caso è l’Insalata dell’Orto. La nostra prima gamma viene venduta anche alle grandi catene della Gdo italiana: in questo caso è stata fondamentale la collaborazione con il consorzio Bia a cui apparteniamo, che ha saputo valorizzare un prodotto non lavato ad un costo basso per poter concorrere con la quarta gamma”.
L’azienda si estende su circa 200 ettari di serre, di cui il 90% a coltivazione biologica. “Siamo una delle poche Op a poter contare su una produzione biologica in serra così sviluppata – aggiunge – e grazie al fatto che il 75% dei nostri terreni è situato in sud Italia in zona Salerno, riusciamo ad avere una produzione continua per tutto l’anno. Basti pensare che nei mesi invernali a Bergamo servono circa 80 giorni per poter raccogliere un’insalata, mentre a Sud le tempistiche si accorciano e spesso il prodotto è già perfettamente sviluppato in media 45 giorni”.
Ordini in aumento: effetto Coronavirus o estero?
“Nell’ultimo periodo, soprattutto a metà marzo, abbiamo notato un aumento di domanda molto irregolare – commenta la manager – alcuni giorni gli ordini erano alle stelle per poi abbassarsi nei giorni successivi. Non penso che abbia influito solo la situazione determinata dall’emergenza, perché ad aprile abbiamo lavorato molto anche con l’estero e maggio sta confermando questa tendenza. Forse è stato semplicemente un sovrapporsi di due situazioni diverse”.
Nonostante le difficoltà imposte dal lockdown, le attività della Op La Maggiolina non si sono mai fermate, nel pieno rispetto della sicurezza dei propri lavoratori. “Nonostante il distanziamento sociale e la relativa turnazione per evitare assembramenti, diversi dipendenti si sono ammalati – dice – e sono stati numerosi i rallentamenti, ad iniziare dalle file all’ingresso per misurare la febbre. Abbiamo dovuto rinunciare a tante persone, considerato che al minimo sintomo gli veniva impedito l’ingresso in azienda”.
Varietà e confezionamento
La produzione di Op La Maggiolina è concentrata su cinque tipi di insalate: spinacino, valeriana, rucola, lattughini e il mesclun.
“Il mesclun, mix fra lattughino e altre varietà, è uno dei nostri prodotti di punta. – commenta Bellina – Lo abbiamo creato collaborando con una ditta sementiera, in modo tale da poter ottenere un perfetto mix già al momento della raccolta. A seconda delle richieste dei clienti, procediamo con una personalizzazione del prodotto”.
Tutta la prima gamma dell’azienda è venduta in confezioni chiuse con Flowpack, in vaschetta oppure in busta, la maggior parte commercializzati con il marchio del distributore. “La richiesta dei clienti sul packaging inizia ad andare in direzione più ecosostenibile – aggiunge – ma non siamo ancora pronti ad adottare nuove confezioni: considerato il peso dei nostri prodotti, l’utilizzo di materiali diversi rappresenterebbe un costo eccessivo. Però siamo pronti a rifletterci, con il giusto appoggio da parte della Gdo e dei fornitori”.
Previsioni per il prossimo futuro
“C’è sicuramente alle porte una grave crisi economica che investirà tutto il mondo, e l’Italia purtroppo non potrà fare eccezione – conclude la dirigente – E’ anche vero però che i consumi di prodotti freschi, sani e naturali hanno visto delle buone performance e che le persone si potrebbero orientare, in una ottica di maggior rassicurazione salutistica e sanitaria verso prodotti biologici che sono più sostenibili anche da un punto di vista ambientale; altro tema ormai non più trascurabile. Insomma, le variabili sono tante e le prospettive estremamente magmatiche quindi è molto difficile fare previsioni. Una cosa però, per quanto mi riguarda, è una certezza: lavorare con impegno, serietà, professionalità e puntando sempre all’innovazione e al massimo dell’efficienza organizzativa non può che premiare sempre. E credo che la nostra azienda, anche in questi difficili momenti, abbia dato dimostrazione di avere tutte le carte in regola per stare sul mercato da leader”.