L’agricoltura Biologica è un sistema di produzione agricola disciplinata dal Reg.(UE) 2018/848 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il
regolamento (CE) n. 834/2007. È, tra i tipi di agricoltura, quella che più si avvicina alla vecchia agricoltura antecedente la seconda guerra mondiale.
Subito dopo la seconda guerra mondiale ci fu la nascita dell’agricoltura chimica quella ancora oggi maggiormente impiegata.
In quel periodo infatti tutte le aziende chimiche che avevano lavorato per la produzione di armi si dovettero riconvertire e cominciarono a sviluppare grandi produzioni di fertilizzanti chimici.
Inoltre, sempre in quel periodo cominciò a svilupparsi la ricerca sui fitofarmaci, sugli erbicidi e sugli insetticidi.
L’utilizzo di queste sostanze chimiche consentiva ai produttori agricoli di avere raccolti più abbondanti e di proteggere i propri raccolti dagli insetti dannosi, dalle malattie tipiche delle piante e dalle erbe infestanti. Con il passare del tempo però si è iniziato a vedere un graduale e sostanziale impoverimento del terreno legato alla disponibilità di macro e microelementi e più in generale ad una perdita di quegli equilibri naturali (minerali e di microfauna) che determinano il successo della coltura.
Inoltre, l’eccessivo utilizzo di concimi a base di nitrati e l’utilizzo dei fitofarmaci ha determinato la contaminazione delle acque.
L’agricoltura Biologica crede che la garanzia di una terra che resti ricca, fertile e produttiva negli anni a venire debba passare dall’eliminazione di tutte queste sostanze chimiche.
Le sostanze chimiche, infatti, non solo inquinano il terreno, l’acqua e l’aria e recano danno a tutta la fauna, ma sono anche dannose per la salute dell’uomo, tanto per i consumatori, che ne consumano a loro insaputa i residui attraverso i prodotti che arrivano sulle loro tavole, quanto per i lavoratori agricoli che le utilizzano.
L’agricoltura biologica utilizza sistemi naturali sia per concimare e arricchire il terreno, sia per proteggere le piante e le produzioni agricole dalle malattie e dagli insetti dannosi sia per eliminare le piante infestanti.
Questi sistemi naturali, di cui approfondiremo meglio in seguito, offrono meno garanzie al produttore, che per questo si assume più rischi, ma non arrecano danno né all’ambiente né alla salute umana e garantiscono quindi una assoluta sostenibilità sia ambientale che sociale negli anni a venire.
Inoltre l’agricoltura biologica, negli anni, ha fatto enormi passi avanti nello sviluppo di sistemi di concimazione e di difesa delle produzioni agricole assolutamente efficienti ed efficaci.
La produttività media delle aziende agricole biologiche è quindi di gran lunga aumentata, e consente oggi di dire che quella Biologica è una possibile e valida alternativa all’agricoltura chimica, anzi è un cambiamento assolutamente auspicabile e da perseguire.
Il terreno e la concimazione biologica
La regola fondamentale per poter fare agricoltura Biologica è fare in modo che le radici delle piante crescano sane e forti, riescano a respirare bene e a nutrirsi bene. È quindi fondamentale lavorare innanzitutto sul terreno.
Il terreno che deve essere pulito da corpi estranei e dall’eccesso di ciottoli e sassi deve anche avere la giusta compattezza. Non deve essere troppo pesante come si dice in gergo (ovvero troppo ricco di creta), ma non deve neppure essere troppo leggero (ovvero troppo sabbioso). Inoltre, il terreno deve essere ricco di sostanza organica.
Ecco quindi, che una delle più importanti pratiche agronomiche dell’agricoltura Biologica è il sovescio, ovvero la semina di cereali e leguminose che non vengono raccolte, ma una volta cresciute vengono tagliate e re-impastate con il terreno. In questo modo rilasciano al terreno sostanza organica e fibra che consente al terreno di avere maggior struttura. Fondamentale inoltre è arricchire il terreno di ulteriore sostanza organica fin da prima di avere piantato la pianta nel terreno. In agricoltura Biologica il sistema più utilizzato è quello di aggiungere al terreno il letame o la pollina. Il letame e la pollina devono essere ben maturati con un residuo di umidità molto basso.
Una volta piantate le piante e durante la loro crescita si utilizzano anche altri concimi che devono essere certificati per l’agricoltura biologica.
La difesa biologica dalle malattie e dagli insetti dannosi
La difesa dalle malattie parte ovviamente dal benessere radicale. Una pianta che ha radici forti e sane, molto difficilmente si ammala.
Bisogna inoltre lavorare sulla prevenzione, tenendo lontano, per esempio, le cause di contagio. Alcuni insetti sono portatori di malattie e devono quindi essere tenuti lontano dalle piante e dai frutti anche in modo meccanico; per esempio creando barriere al loro passaggio.
Ci sono inoltre sostanze naturali come la propoli, il solfato di rame, lo zolfo che riescono a contrastare efficacemente alcune delle principali malattie.
La lotta contro gli insetti dannosi avviene oltre che con barriere fisiche, anche con la confusione sessuale provocata da richiami ormonali che fanno sì che non si riproducano e attraverso i cosiddetti lanci di insetti antagonisti; ovvero si liberano sulle colture insetti utili che mangiano gli insetti dannosi impedendone lo sviluppo e la diffusione.
È evidente che questi sistemi di difesa dell’agricoltura Biologica se confrontati con i sistemi chimici o dei fitofarmaci assomigliano a dei coltelli e a degli archi con le frecce confrontati con dei sistemi di bombardamento aereo. La difesa nell’agricoltura biologica è un po’ una difesa all’arma bianca.
Le erbe infestanti
La difesa dalle erbe infestanti, che competono e tolgono nutrimento alle colture, rappresentano un habitat ottimale per insetti dannosi e possono essere portatrici di malattie, può avvenire in vari modi:
Ovviamente c’è il sistema fisico di estirpazione. Può essere effettuata manualmente o meccanicamente dove possibile.
Inoltre, esistono sistemi di trattamento dei terreni in via preventiva.
Il pirodiserbo è uno di questi che utilizza il fuoco per bruciare i semi o le radici di piante dannose e al contempo sterilizza il terreno stesso.
La solarizzazione consiste nello stendere teli plastici sul terreno durante i periodi più caldi dell’estate per fare sì che grazie al calore assorbito dall’umidità del terreno che resta imprigionata all’interno dei teli e quindi nelle parti di suolo agricolo, il terreno si sterilizzi termicamente, superando di gran lunga i 60 gradi anche a svariati centimetri di profondità.
La falsa semina è un ulteriore sistema che consiste nell’irrigare un terreno ancora da seminare per far sì che i semi di infestanti presenti nel terreno vadano in germinazione e sviluppino la pianta che viene successivamente estirpata meccanicamente. Subito dopo questa fase si procede alla vera semina.
Conclusione
Tutte le tecniche messe a punto negli anni dall’agricoltura biologica, di cui si è fatto solo un breve cenno, in quanto l’obiettivo è solo quello di dare alcune informazioni poco tecniche ma facilmente comprensibili a chiunque voglia capire qualcosa di più, hanno bisogno di lavorare sinergicamente e soprattutto hanno bisogno di essere ripetute lungamente negli anni.
Così facendo nel terreno, senza l’utilizzo delle sostanze chimiche, si ricrea quel mondo equilibrato di insetti utili terreno fertile e ospitale per le colture che garantiscono insieme la buona salute delle colture stesse.
La legge prevede che debbano passare almeno tre anni per le colture arboree e due anni per i terreni a seminativo da quando un terreno ha cominciato ad essere coltivato con i sistemi dell’agricoltura biologica, prima di poter dire che i frutti di quel terreno sono a tutti gli effetti biologici, ovvero possano essere certificati secondo il metodo dettato dal Reg.(UE) 2018/848.
Tre anni, in realtà sono un tempo sufficiente solo a dare inizio ad un processo di sanificazione e fortificazione di un microcosmo che deve procedere per anni e anni senza l’utilizzo della chimica. Più passa il tempo e più il terreno biologico è forte e adatto a generare buoni frutti biologici.