Far conoscere le tipicità italiane è fondamentale per sviluppare i consumi. La cultura di prodotto, infatti, è un passaggio decisivo in un percorso di valorizzazione dell’ortofrutta. La carota novella siciliana, per esempio, ha delle caratteristiche uniche, come ci spiega Nunzio Agnello, alla guida della Bio Agnello, azienda agricola di Ispica (Ragusa) che ha tra le produzioni di punta proprio questo ortaggio, uno dei simboli della produzione ortofrutticola dell’isola.
“La carota novella siciliana, quella che produciamo nel Sud-Est della Sicilia, matura in un terreno ruvido, ricco di pietra calcarea. Il contatto con le pietre – spiega Agnello – rende la linea estetica non perfetta, con qualche stortura e con qualche macchia più scura, poiché la carota deve farsi strada tra le pietre nella sua crescita e anche quando viene scavata. Al contempo gli stessi fattori pedoclimatici e produttivi dell’area e la presenza di pietre calcaree, donano all’ortaggio caratteristiche uniche. La carota di Ispica è ricca di vitamine, croccante, dolce, caratterizzata da un colore e un profumo intensi. Un gusto eccezionale che rende la carota novella siciliana un prodotto inconfondibile e molto apprezzato”.
“Eppure – continua il produttore siciliano – non tutti conoscono queste caratteristiche e alle volte sia in Italia che all’estero, soprattutto le catene della Gdo, ci contestano il prodotto perché non adeguato esteticamente, non diritto e regolare come quello che nasce in terreni più sciolti e sabbiosi. Ma questa è una caratteristica tipica e non dovrebbe essere vissuto come un difetto”.
“Certo è che sarebbe importante riuscire a trasmettere direttamente al consumatore finale il valore di questo prodotto in modo che sia lui per primo a non scegliere sulla base dell’aspetto, ma sulla base del gusto. Per fare questo abbiamo pensato che una strada da perseguire sia quella della certificazione Igp. Per questo motivo, nella prossima stagione, la Bio Agnello aderirà al Consorzio carota novella di Ispica Igp. Novella perché la maturazione commerciale parte già a fine febbraio – rimarca l’imprenditore – con la raccolta che prosegue fino a luglio: anche questo è un tratto distintivo del prodotto, che può arrivare sui mercati nazionali e internazionali con un certo anticipo rispetto ad altre produzioni. L’Igp ci darà un ulteriore valore aggiunto, per quanto riguarda il biologico sono convinto che in Italia ci sarà una rilevante crescita nei prossimi anni”.
La Bio Agnello – come suggerisce il nome dell’azienda – produce esclusivamente con metodo biologico, aderisce al Consorzio Bia, ha come canali di sbocco la grande distribuzione in Italia e soprattutto all’estero (l’export vale il 95% del fatturato, Francia, Germania e Danimarca i principali Paesi di destinazione). Alle carote sono riservati circa 65 ettari, ma l’azienda ha anche importanti produzioni di zucchine, di pomodori datterini e meloni nel periodo estivo.
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