La sfida del biodinamico non è facile. Ma in un mercato biologico che vede sempre più soggetti fiondarsi su questo segmento, la strada per soddisfare un consumatore attento ed esigente può passare anche dalla certificazione biodinamica. Bio Meran, per esempio, lo fa con le mele: 42 produttori, 220 ettari di frutteti e circa il 90% delle mele commercializzate certificate Demeter. L’azienda altoatesina è recentemente entrata nella compagine del Consorzio Bia, una realtà di produttori che ora spazia letteralmente dalle Alpi alla Sicilia con la sua proposta ortofrutticola biologica e… biodinamica.
“Nell’ultima campagna c’è stato un raccolto di mele biologiche e biodinamiche abbondante, con nuovi player che entrano sul mercato e cercano spazio per le loro produzioni – spiega a Italiafruit News il direttore di Bio Meran, Dietmar Franzelin – C’è una crescita dell’offerta sia in Italia che in Austria, Germania e Polonia: ecco che avere una storia ventennale alle spalle e una riconoscibilità ormai consolidata sul fronte della produzione biodinamica è importante per difendersi sui mercati. La scelta biodinamica è stata fatta con convinzione dai nostri produttori, la ritengono la migliore per coltivare e sono perfettamente in linea con la filosofia produttiva: se all’inizio non è stato facile, ora possiamo dirci felici e contenti per i risultati conseguiti”.
BioMeran opera principalmente appoggiandosi a grossisti europei specializzati nel biologico, per il momento i volumi destinati alla Grande distribuzione organizzata sono solo una piccola parte. Così come il mercato italiano è una nicchia, ma ora l’azienda vuole esplorare meglio il mercato interno. “Come società siamo sempre stati vocati all’export e forse abbiamo tralasciato il mercato nazionale – ammette Franzelin – Ma ora, anche grazie al Consorzi Bia, vogliamo aprire nuovi canali con quelle realtà attente al biodinamico: anche il consumatore italiano sta conoscendo sempre di più questa modalità di coltivazione, i temi della sostenibilità sono sempre più presenti nel dibattito quotidiano e nelle scelte del consumatore, quindi anche per le nostre mele ci possono essere spazi di crescita”.
A proposito di mele, BioMeran produce Gala, Fuji, Golden e Granny Smith. Ma, accanto alle varietà tradizionali, i produttori hanno investito anche sulla Red Moon, una mela a polpa rossa. “Abbiamo cercato qualche cosa che potesse essere speciale: nel 2018 abbiamo raccolto i primi quintali e i test sul mercato sono stati positivi: la mela è stata apprezzata anche in Italia per il suo gusto variabile tra il dolce e l’acidulo a seconda della tipologia – evidenzia il direttore – E’ una mela che regala un’effetto sorpresa e questo ci piace. Pianteremo 15 ettari di Red Moon e abbiamo siglato un accordo anche per la Crimson Snow, una mela dalla lunga shelf-life, una varietà che può sostenere periodi di vendita più lunghi ed è quindi ideale per l’export sulle lunghe distanze. Con queste due varietà a partire dal 2020 riusciremo a fare programmi commerciali”.
“Con il Consorzio Bia condividiamo importanti valori e il loro progetto, che ora è anche nostro, ci ha convinto appieno – puntualizza Dietmar – Lavoreremo insieme per aprire nuovi mercati e trovare soluzioni all’insegna della sostenibilità, perché insieme avremo sicuramente più forza e più idee”.
Sul packaging, per esempio, potrebbero arrivare delle novità. “Eliminare la plastica dalle confezioni è un tema all’ordine del giorno: abbiamo fatto step importanti, abbiamo testato diversi materiali, ma finora non siamo riusciti ad eliminare il film plastico – conclude Franzelin Dietmar – Ancora non è fattibile, ma presto potrebbero esserci altre soluzioni più sostenibili”.
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