«Pomodoro bio e convenzionale, prezzi sempre più vicini»

Il mercato degli ortaggi biologici cresce in termini di volumi commercializzati, ma sul fronte dei prezzi la forbice col prodotto convenzionale tende a ridursi sempre di più. “Un trend che si è fatto più marcato negli ultimi due anni ed è un grosso problema, visto che i costi di produzione del bio sono molto più alti”, osserva Gianfranco Cunzolo, presidente della cooperativa Agroviva di Acate (Ragusa), impresa nata nel 1998, 25 soci e 40 ettari di colture sotto serra più un’altra quarantina di pieno campo.
“Bisogna capire perché si verifica questo, prendiamo il datterino al Mercato di Vittoria – prosegue l’imprenditore – In questo periodo viene scambiato a 1,80 euro il chilo per il convenzionale, e il biologico costa appena qualche centesimo in più. Speriamo sia una tendenza solo momentanea”.
Agroviva – che fa parte del consorzio di produttori biologici Bia – è nel periodo di piena produzione per il pomodoro grappolo, sta poi lavorando col ciliegino e volumi ancora limitati di datterino. “Il mercato non è eccellente – spiega il presidente della cooperativa siciliana – Non so se sia l’effetto della psicosi da coronavirus, ma c’è un calo a livello di volumi richiesti e di prezzi. Gennaio e febbraio sono tradizionalmente mesi calanti per il pomodoro, l’auspicio è che da marzo il mercato si faccia più frizzante”.

Anche perché sul fronte qualitativo ci sono buoni segnali. “La produzione si attesta su volumi soddisfacenti e le raccolte dei prossimi giorni saranno ottime – continua Cunzolo – Non ci sono state escursioni termiche rilevanti, non siamo mai andati sotto lo zero e le piante non hanno subito grosse perdite: pensiamo quindi di avere una campagna positiva, con qualità e quantità”.
La cooperativa di Acate produce pomodoro 12 mesi all’anno e commercializza i suoi prodotti nella Grande distribuzione italiana ed estera, soprattutto Francia e Germania. E con il Consorzio Bia sta lavorando per incrementare la presenza in Gdo.
“Quest’anno stiamo assistendo a una ripresa del mercato del ciliegino, mentre sul datterino si sono concentrati gli investimenti di Nord Africa e Spagna: i volumi immessi sul mercato sono aumentati molto e da prodotto di alto livello si sta andando a massificare – fotografa così la situazione il presidente di Agroviva – La richiesta del grappolo è leggermente calante, ma ha un mercato tutto sommato stabile. Le varietà colorate restano invece un prodotto di nicchia: registriamo un incremento di richieste, ma queste variano da una campagna all’altra e c’è poca programmazione”.

Da pomodori e ortaggi all’esotico siciliano. Agroviva sta sperimentando nuove colture. “Abbiamo inserito il passion fruit, che da due anni commercializziamo: la richiesta non manca e questa campagna ci servirà per valutare l’effettiva fattibilità economica del progetto. Abbiamo iniziato a raccogliere a luglio e stiamo continuando tutt’ora, abbiamo la possibilità di produrre quasi tutto l’anno. Abbiamo poi una serra di mango in fase sperimentale: a livello agronomico è un mondo tutto da scoprire, ora dobbiamo capire come reagisce la pianta nelle nostre zone in coltura protetta”.

Il rapporto col Consorzio Bia, conclude Gianfranco Cunzolo, si fa sempre più stretto. “Cerchiamo di crescere insieme – sottolinea – Naturalmente il consorzio si deve scontrare con altre piattaforme da più tempo presenti sul mercato, ma valorizza il produttore e il territorio, elimina passaggi intermedi e questo è un valore aggiunto sia per il produttore che per il consumatore. A quest’ultimo – conclude il presidente – arriva un prodotto in maniera più diretta, a tutto vantaggio della qualità”.

 

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